Glossario dei termini

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Termini H - P

Q


R
Rigeneratore d'aria
Parte dell'impianto di ventilazione di un opera destinata ad assicurare la purificazione ed il ricircolo dell'aria viziata all'interno dei ricoveri.
In alcuni casi viene impropriamente usato per indicare l'intero impianto di ventilazione.
Riserva carburante
Vedere Serbatoi riserva carburante.

S
Serbatoi riserva carburante
Il serbatoio della riserva di carburante per il gruppo elettrogeno da 1,62 kW era una cisterna cilindrica della capacità di 430 litri che veniva generalmente alloggiata in una fossa ricavata nel pavimento del locale del gruppo elettrogeno.
Sulla parte superiore della cisterna si trovavano tre flange, dalle quali partivano una serie di tubi con le seguenti funzioni:
  • tubo di collegamento con il bocchettone di carico del carburante (prima flangia);
  • tubo di mandata del carburante al moto-generatore (seconda flangia);
  • tubi per il ricircolo del carburante e per l'ingresso dell'aria nel serbatoio (terza flangia).
La riserva di carburante per il gruppo elettrogeno da 8 kW era invece costituita da quattro serbatoi cilindrici verticali della capacità complessiva di 1000 litri, anch'essi sistemati generalmente in una fossa nel pavimento.
Settore di copertura
Elemento fondamentale della struttura organizzativa della G.a.F. che copriva un tratto ben definito della fascia di frontiera.
I settori di copertura erano contraddistinti da un numero romano e il loro comando era retto da un Colonnello.
Sistema Difensivo
Il Vallo Alpino era formato da tre linee difensive dette I, II e III Sistema Difensivo:
  • Il I Sistema Difensivo doveva assicurare l'integrità della copertura e valorizzare le possibilità di sbocco offensivo oltre frontiera.
    La sua organizzazione era, di massima, tenuta il più possibile aderente alla linea di confine.
  • Il II Sistema Difensivo doveva consentire di contenere e localizzare un successo avversario che avesse profondamente intaccato il I sistema e costituire la base di partenza per lo sviluppo di azioni controffensive intese a stroncare il successo avversario ed a ripristinare la situazione di confine.
  • Il III Sistema Difensivo era l'ultimo baluardo della valle prima dello sbocco definitivo in pianura da parte dell'invasore.
Su certe direttrici particolarmente importanti (Valle di Susa, Valle Stura di Demonte) venne previsto, ma non realizzato, un IV Sistema Difensivo come ulteriore ostacolo all'avanzata avversaria verso la pianura.
Sottosettore di copertura
Articolazione del settore di copertura determinata da esigenze di comando e di terreno.
I sottosettori di copertura erano contraddistinti dal numero romano del rispettivo settore seguito da una lettera distintiva (a, b, c, ...) e il loro comando era retto da un Tenente Colonnello.
Stazione fotofonica
Vedere Postazione fotofonica.
Svolta a baionetta
Tratto di corridoio di un'opera caratterizzato da due curve contrapposte che gli danno un andamento che, nella vista in pianta, ricorda una baionetta innestata sulla canna di un fucile.
Viene usata negli ingressi per evitare che il corridoio principale possa essere preso d'infilata da colpi provenienti dall'esterno o in corrispondenza delle casematte delle armi per spezzare l'onda d'urto provocata da un'eventuale esplosione all'interno.

T
"Tipo 4", Installazione
Vedere Installazione "Tipo 4".
Torretta metallica per mitragliatrice
Torretta metallica munita di quattro feritoie con settore di tiro di 100° ciascuna che le danno la possibilità di battere l'intero orizzonte. Può contenere due tiratori con mitragliatrici contrapposte che possono far fuoco contemporaneamente senza intralciarsi.
Le torrette, che vengono installate sulla sommità di un pozzo, sono normalmente composte da due elementi sovrapposti: la cupola, che sporge parzialmente dal terreno, e l'anello di corazzatura della parte superiore del pozzo, totalmente annegato nel calcestruzzo. Alcune versioni più leggere sono realizzate in un unico elemento.
Nella cupola sono ricavate quattro feritoie equipaggiate con scudi metallici rotanti che consentono l'installazione di una mitragliatrice o la completa chiusura della feritoia.
Il pavimento della camera di tiro è costituito da una pedana in acciaio appoggiata sui risalti che sporgono all'interno dell'anello. L'accesso avviene dal basso per mezzo di una scala metallica e di una botola ricavata nella pedana.
Esistono quattro modelli di torrette per mitragliatrice:
  • mod. 1, resistente ai medi calibri, in due elementi: cupola in acciaio al cromo-nichelio di 200 mm di spessore ed anello in acciaio al carbonio di 2.000 mm di altezza.
  • mod. 2, resistente ai medi calibri, in due elementi in acciaio al carbonio: cupola di 150 mm di spessore ed anello di 1.150 mm di altezza.
  • mod. 3, resistente ai piccoli calibri, in unico elemento in acciaio al carbonio di 80 mm di spessore di cui esistono due varianti: una totalmente priva dell'anello di corazzatura del pozzo ed un'altra dove cupola ed anello formano un blocco unico che si estende fino al pavimento della camera di tiro.
  • mod. 4, identico al mod. 1, ma con spessore della cupola di 150 mm.
Torretta metallica per osservatorio attivo
Torretta metallica resistente ai medi calibri dotata di sei feritoie, di cui le tre anteriori permettono di sorvegliare e battere con mitragliatrice leggera un settore di 190°, mentre le tre posteriori permettono di sorvegliare ed eventualmente battere con pistola un settore di 220°.
La torretta, che viene installata sulla sommità di un pozzo, è composta da due elementi sovrapposti: la cupola e l'anello di corazzatura della parte superiore del pozzo.
La cupola in acciaio al cromo-nichelio, della massa di circa 5.500 kg, è alta 1.500 mm; la sua parte superiore, spessa 150 mm, sporge per circa 650 mm dal terreno. L'anello in acciaio al carbonio, della massa di circa 5.250 kg, è alto 1.000 mm ed è totalmente annegato nel calcestruzzo.
Il pavimento della camera di osservazione è costituito da una pedana in acciaio appoggiata sui risalti che sporgono all'interno dell'anello. L'accesso avviene dal basso per mezzo di una scala metallica e di una botola ricavata nella pedana.
traditrice, Arma
Vedere Arma traditrice.
Tubazioni dell'aria
Le colorazioni usate per distinguere le tubazioni dell'aria erano le seguenti:
  • giallo: aria proveniente dall'esterno;
  • verde: aria in uscita dal gruppo di ventilazione (eventualmente filtrata o rigenerata) distribuita verso le postazioni delle armi e i ricoveri;
  • arancione: aria viziata proveniente dai ricoveri destinata al rigeneratore o all'espulsione verso l'esterno;
  • rosso: aria viziata rigenerata;
  • blu: aria gassata.
Anche se è difficile farsi un'idea precisa dai pochi resti degli impianti di ventilazione scampati ai saccheggi del dopoguerra, abbiamo la sensazione che l'uso dei suddetti colori fosse largamente disatteso e che, probabilmente per la cronica mancanza di materiali, ci si dovesse arrangiare con le vernici che si avevano a disposizione al momento.
L'unica affermazione che si può fare con certezza quasi assoluta è che le condotte dell'aria pulita fossero sempre di colore verde, ma non era affatto assicurato che le condotte verdi fossero esclusivamente quelle dell'aria pulita. Ad esempio nelle opere del Caposaldo Scala (VIII Settore Bardonecchia) le condotte verdi erano utilizzate indistintamente in tutte le sezioni dell'impianto di ventilazione.
Anche nelle opere del Moncenisio, dove veniva fatto uso di più colori, la situazione era piuttosto confusa: fermo restando l'impiego del verde per l'aria pulita, le condotte che si dirigevano verso l'esterno venivano verniciate in qualche caso di giallo, in altri di arancione e in altri ancora di rosso, rendendo praticamente impossibile ai giorni nostri capire se si trattasse di aria viziata in espulsione o aria esterna in aspirazione.

U
Unfoc
Fabbisogno di munizioni giornaliero per le armi.
Uscita di emergenza (o di soccorso)
Cunicolo di ridotte dimensioni che consente l'uscita di emergenza da un'opera fortificata quando esiste il rischio che gli ingressi principali rimangano bloccati a seguito di un'azione avversaria.

V
Ventilazione delle casematte
La ventilazione delle casematte si rende necessaria per smaltire all'esterno i gas tossici (in particolare l'ossido di carbonio) prodotti dalle armi.
La ventilazione è di norma a circolazione forzata, ma in caso di necessità può essere a circolazione naturale. In ogni caso il personale di servizio alle armi deve essere equipaggiato con maschere collegate alla conduttura di distribuzione dell'aria pulita.
In ventilazione naturale l'aria entra da un condotto che attraversa la parete della camera di tiro, generalmente a fianco della feritoia, ed esce da un altro condotto che, di norma, parte dal centro della volta e fuoriesce sulla parte superiore del malloppo o sopra la feritoia.
In ventilazione forzata l'aria viene immessa nella casamatta, isolata dal resto dell'opera con un compartimento stagno, tramite una conduttura che proviene dall'impianto di ventilazione generale. La casamatta viene mantenuta in sovrapressione rispetto all'esterno in modo che l'aria immessa spinga all'esterno i gas tossici attraverso i condotti predisposti per la ventilazione naturale e la feritoia dell'arma.
Un altro effetto della sovrapressione è di impedire l'ingresso di aria dall'esterno in caso di attacco con i gas.
Ventilazione forzata
Sistema di ventilazione in cui il flusso d'aria viene creato per mezzo di un ventilatore o di una pompa.
Ventilazione naturale
Sistema di ventilazione che sfrutta il flusso d'aria che si crea a seguito della differenza di pressione tra due punti situati a quote diverse, messi in comunicazione fra loro (esempio: il tiraggio dei camini).

Z


Ultimo aggiornamento: 31/12/2009 15:03:15
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